APPELLO

Lettera aperta al sindaco di Napoli inviata il 18 ottobre 2023, a una anno dall'inizio dal processo d'appello e a due anni dal suo insediamento.
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Lettera aperta di San Ghetto Martire al Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi
Diffusa il 1° Maggio 2022, giorno della santificazione del Santo di Periferia.
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Lettera aperta di sostegno per il GRIDAS, ottobre 2020.
Rilanciata nel marzo 2022 dopo la sentenza.
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I paradossi di Scampia: Per uscire dall’empasse della stima dell’inestimabile

Diffuso lunedì 11 giugno 2018.
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Appello del GRIDAS diffuso venerdì 18 maggio 2018.
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Appello del GRIDAS diffuso martedì 12 gennaio 2016.
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Appello del GRIDAS diffuso martedì 21 giugno 2010.
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Aggiornamento IL GRIDAS NON SI TOCCA: Colpevoli!


Febbraio 2024:
L'udienza del processo d'appello prevista per il 5 marzo 2024 è rinviata a novembre 2024.


Ottobre 2023:
A un anno dall'inizio del processo d'appello sulla vicenda del GRIDAS, inviamo una lettera aperta al sindaco di Napoli, a due anni dal suo insediamento ancora mai incontrato. 


Marzo 2023:
A un anno esatto dalla PEC inviata al Sindaco Gaetano Manfredi sulla sentenza di condanna al GRIDAS e rimasta senza risposta, pubblichiamo la lettera inviata al sindaco di Napoli il 14/22 marzo 2022.


Febbraio 2023:
Viene accettato il ricorso e accordata la sospensiva alla sentenza di primo grado. L'udienza è fissata per il 5 Marzo 2024.


Luglio 2022:
Abbiamo presentato Ricorso in appello. L'udienza, fissata per Martedì 18 ottobre 2022 è stata rinviata a Martedì 7 febbraio 2023.
Attendiamo la data dell'udienza specifica per discutere sulla sospensiva.
Nel frattempo proseguiamo la raccolta fondi a sostegno del GRIDAS per le spese legali

Marzo 2022 - Arriva la sentenza del processo civile intentato dall’ex-IACP al GRIDAS: colpevoli!
Il giudice ha dichiarato “l’occupazione senza titolo” da parte del GRIDAS del centro sociale di Via Monterosa 90/B, ordinando “l’immediato rilascio dello stesso” ha condannato il GRIDAS al pagamento delle spese processuali per oltre 10000 €.

Rilanciamo la mobilitazione a sostegno del GRIDAS, rilanciando la lettera aperta di sostegno per il GRIDAS scritta per l'ultima udienza del processo, del 26 ottobre 2020, di cui ora è giunta la sentenza.

IL GRIDAS E’ DI TUTTI!
IL GRIDAS NON SI TOCCA!
GIU’ LE MANI DAGLI SPAZI SOCIALI!
#IlGridasNonSiTocca


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LETTERA APERTA DI SOSTEGNO PER IL GRIDAS, Ottobre 2020:

 #ILGRIDASNONSITOCCA 

Esiste, nella periferia nord di Napoli, un luogo che funge da ministero nascosto, un ministero non ufficiale per la formazione di uomini e donne alla cura del prossimo. Questo luogo si chiama GRIDAS - gruppo risveglio dal sonno- creato nel 1981 da un pittore, Felice Pignataro, da sua moglie, Mirella La Magna, e da altri che hanno speso la loro vita per rendere migliore quell’angolo di mondo denominato Scampia. Da allora, non solo bambini e adolescenti, ma anche adulti che praticano il campo dell’educazione, hanno beneficiato di questa esperienza gratuita e disinteressata a ogni forma di riconoscimento. Felice è scomparso nel 2004 ma il GRIDAS esiste ancora ed è da qui che è nato quel Carnevale di Scampia che tutti gli anni, dal 1983, raduna a Napoli giovani da tutta l’Italia e che mette a confronto scuole e volontariato e abitanti del quartiere. A Felice è dedicata la stazione della metropolitana di Scampia e importanti musei hanno celebrato i suoi disegni e i suoi murales, frutto di creazioni realizzate insieme ai bambini. Numerosi sono gli insegnanti e gli educatori e gli artisti che hanno perfezionato i loro metodi grazie all’incontro con il gruppo del GRIDAS, con i suoi laboratori e con le sue iniziative, e il GRIDAS non ha mai chiesto niente in cambio. 

Oggi noi vogliamo chiedere qualcosa per lui. Nel 2005, il GRIDAS è stato oggetto di un’inchiesta penale per occupazione di uno spazio pubblico, la palazzina abbandonata di via Monterosa 90/b di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari (oggi ACER) divenuta sede operativa del GRIDAS nel 1981. La sentenza finale di tale processo, nel 2013, è stata di assoluzione piena, in quanto è stato appurato che l’occupazione e le attività condotte a beneficio del quartiere avevano sottratto la palazzina al degrado dell’abbandono a cui il suo proprietario l’aveva destinata. 

Nel 2015, tuttavia, il GRIDAS è stato coinvolto in un nuovo processo, questa volta civile, in cui l’ACER ha chiesto il pagamento delle mensilità arretrate e di quelle correnti, per un valore che supera il mezzo milione di euro. Da mesi si è cercata inutilmente una mediazione tra l’Ente, il Comune di Napoli e la Regione Campania per fermare questo procedimento. 

Nel 2018, il GRIDAS è stato dichiarato “Bene comune” con delibera comunale, eppure il 26 ottobre prossimo si avrà l’ultima udienza di un lungo processo destinato a concludersi con una condanna per chi ha operato nell’interesse della collettività e dei suoi membri più fragili. Da mesi, il tavolo di confronto tra istituzioni ed Ente viene disatteso, la volontà di risolvere la questione è poca mentre le retoriche sulla lotta al degrado e sulla riqualificazione delle periferie abbondano. 

Eppure esiste un modo per dare concretezza alla parole: una legge stabilisce che gli edifici di edilizia pubblica utilizzati per il bene collettivo possono diventare di fatto di competenza del Comune. Il Comune di Napoli potrebbe produrre questa documentazione e fermare il provvedimento avviato dall’ACER, ma il mancato confronto tra le parti impedisce tale possibile risoluzione e mette a serio rischio l’esistenza del GRIDAS. 

Mancano pochi giorni al 26 ottobre 2020 e noi chiediamo che il bisogno di trasformare le periferie della nostra città passi per atti concreti come questo. Chiediamo che il Comune di Napoli, la Regione Campania e l’ACER trovino rapidamente un accordo che riconosca di fatto il valore del GRIDAS e della sua esperienza, oltre ogni retorica, oltre ogni burocrazia.


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APPELLO #ILGRIDASNONSITOCCA 2018:

Venerdì 18 maggio 2018 si è tenuta presso la sede del GRIDAS uina partecipata Assemblea Pubblica Cittadina a sostegno del GRIDAS sulla scia della annosa questione che vede questa storica associazione culturale a serio rischio di sgombero imminente (all’udienza civile del 9 maggio scorso la Giudice non ha potuto concedere ulteriori rinvii per sopraggiunti termini temporali dal momento che questa vicenda si trascina da troppi anni ormai). 
Nel riconoscere al GRIDAS un ruolo importante come promotore, in passato come nel suo impegno attuale, di processi di crescita culturale e sociale del quartiere Scampia, ma anche della intera città di Napoli, ruolo riconosciuto anche in ambito nazionale dalle numerose realtà che, in quasi quarant’anni con esso si sono interconnesse, l’assemblea ha condiviso quanto segue:    
Rinunciare al GRIDAS rappresenterebbe una grave perdita per la città di Napoli e non solo con l’aggravante che perdere questa battaglia, per uno spazio sociale storico e in periferia dove gli spazi sociali acquistano il ruolo aggiuntivo di rappresentare anche un avamposto per arginare il degrado e la camorra, rappresenterebbe un grave precedente per tutte quelle realtà sociali che dal basso cercano di riappropriarsi e di restituire alla città spazi altrimenti vuoti e abbandonati. 
Facciamo appello pertanto a tutti quanti hanno sostenuto il GRIDAS sin ora e a quanti si aggregano da adesso a questa annosa battaglia a alzare tutti insieme la voce. 
Chiediamo a tutti gli spazi di esporre striscioni con lo slogan: 
#ILGRIDASNONSITOCCA 
Giù le mani dagli spazi sociali 

CHIEDIAMO altresì di esporre cartelli e/o striscioni con questo stesso slogan in tutte le occasioni pubbliche e laddove ci sia la presenza di media e di istituzioni sia locali sia regionali o nazionali.   
La battaglia che quotidianamente portiamo avanti per il riscatto dei nostri territori non può e non deve impelagarsi anche in cavilli burocratici. E’ paradossale che sia così e non lo si può più tollerare. Questo vale per tutti gli spazi, al di là dei singoli casi e delle specifiche situazioni, e vale prima di tutti, come capofila, per il GRIDAS. 
CHIAMIAMO tutti a raccolta per un corteo cittadino MERCOLEDI’ 6 GIUGNO 2018 – ORE 16 da Piazza Dante a Piazza Municipio (Palazzo San Giacomo): 
il Sindaco e la giunta che si dichiarano a sostegno degli spazi sociali della città non possono rimanere inerti e inconcludenti di fronte a quanto sta avvenendo a Scampia: otto anni di inerzia istituzionale sono decisamente troppi da sopportare anche per chi è da sempre in prima linea per contrastare con gli strumenti della Cultura il degrado sociale.  
#IlGRIDASNonSiTocca 
IL GRIDAS E’ DI TUTTI! 
SOSTIENI IL GRIDAS! 

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INDIVIDUATO IL PROBLEMA DI SCAMPIA: IL GRIDAS!


Il 23 dicembre 2015 ci è stata notificata dallo I.A.C.P. (Istituto Autonomo per le Case Popolari) una citazione di comparizione per una nuova causa, questa volta civile: il 10 maggio 2016, nei locali di ordinaria udienza del Tribunale di Napoli siti al Centro Direzionale nel nuovo Palazzo di Giustizia, saremo di nuovo sotto processo. Lo I.A.C.P., ripercorrendo le vicende giudiziarie degli ultimi anni e la causa penale da cui risultiamo assolti “perché il fatto non sussiste” e citando il tentativo di mediazione e l’intervento del Comune di Napoli – Assessorato al Patrimonio che di fatto è fallito, ci rinfaccia ancora che “occupiamo senza titolo” lo stabile di sua proprietà.Nella citazione si fa anche riferimento al fatto che, nel corso della mediazione, lo I.A.C.P. aveva proposto che il bene offerto in permuta dal Comune fosse dato direttamente al GRIDAS al posto di quello occupato abusivamente ma che il GRIDAS non aveva accettato lo scambio, dichiarando “di non essere interessato a nessun altro immobile diverso da quello occupato”. Si precisa, inoltre, che tutte le parti riconoscono esplicitamente che la proprietà dell’immobile sia dello I.A.C.P. e che il GRIDAS riconosce di esserne occupante abusivo. Sicché si chiede all’Autorità Giudiziaria di procedere per una condanna al rilascio dell’immobile occupato dal GRIDAS in favore dello I.A.C.P. 


Tutto vero quanto ci viene contestato, ma si omettono alcune precisazioni che ci sembrano non di poco conto per chiarire la nostra posizione.

Intanto, precisiamo che il GRIDAS utilizza solo una parte dell'immobile in oggetto e non l'intero piano terra, né l'intero primo piano, mentre non ha mai utilizzato l'area esterna.
E' vero che l'occupazione avviene "senza titolo", ma il GRIDAS lo utilizza per attività sociali aperte alla cittadinanza, conferendo alla struttura il ruolo di centro sociale per cui è nata e rendendola di fatto disponibile come tale per il quartiere.

Si omette, inoltre, che lo I.A.C.P. in più di 30 anni di "occupazione abusiva" non si sia mai preso cura della struttura né della sua manutenzione, sia ordinaria sia straordinaria. Non lo ha fatto nel 1987, quando i terremotati che occupavano abusivamente il primo piano della struttura, andarono via nelle case loro assegnate lasciando il primo piano di detta struttura completamente devastato. Non lo ha fatto quando nel 1988 un incendio accidentale distrusse completamente un salone al pian terreno.

Il GRIDAS in questi anni ha cercato più volte di regolamentare la propria posizione, già quando Felice Pignataro era ancora in vita, non ricevendo risposta alcuna dallo I.A.C.P., da che si evince che lo I.A.C.P. era ampiamente a conoscenza della presenza "abusiva" e dell'operato del GRIDAS nella struttura.

E' vero che il GRIDAS dichiara di non essere interessato a nessun altro immobile diverso da quello in questione, ma si omette che in detta struttura è nata e si è sviluppata l'opera del GRIDAS e che sui muri vi sono i murales di Felice Pignataro, artista la cui opera è stata ufficialmente riconosciuta tant'è che a Felice Pignataro e alla sua azione sociale è stata dedicata una stazione della metropolitana di Napoli. Per non parlare della quantità di persone, provenienti non solo da Napoli, ma da tutta Italia e dal mondo intero, che ogni anno visitano il centro sociale, proprio in quanto sede storica del GRIDAS che ne ha fatto un punto nevralgico per la diffusione culturale.

In tal senso, è vero che il GRIDAS "si riconosce occupante abusivo", ma si omette che la nostra posizione è quella espressa dallo stesso Felice Pignataro in una lettera indirizzata proprio allo I.A.C.P. (restata per altro senza risposta!) datata 16 marzo 1994: "abusivo non è chi restituisce all’uso dei cittadini una struttura abbandonata da anni e ritenuta pericolosa per l’incolumità degli stessi, ma piuttosto il potere che per anni espropria i cittadini, per incuria, delle strutture che potrebbero migliorarne la vita".

Un'ultima precisazione ci sembra doverosa e non di poco conto: forse non si è a conoscenza del fatto, o si finge di non sapere, che sulla struttura in oggetto più volte si sono allungate le mire di gruppi più o meno criminosi, in un quartiere in cui gli spazi abbandonati sono quasi sempre oggetto di utilizzo improprio della criminalità organizzata. La presenza del GRIDAS in questo stabile, che ribadiamo sia stato di fatto abbandonato alle sue sorti da oltre trent'anni dal "proprietario" I.A.C.P., ha di fatto arginato l'espansione di detti soggetti quantomeno negli spazi utilizzati dal GRIDAS. Utilizzo che, sottolineiamo, non è mai stato "personalistico", ma sempre mirato alla restituzione al quartiere di un bene di cui veniva privato.
E' questo che, in sostanza, ci è stato "riconosciuto" anche nella sentenza penale che "non ha ritenuto di dover procedere" nei nostri confronti: in realtà non vi è stato un “non luogo a procedere” ma si è proceduto e alla fine del processo vi è stata una assoluzione. Le motivazioni, in particolare, fanno riferimento alla mancanza dell'elemento della pauperazione del bene, anzi l'attività degli occupanti ha fatto in modo che il bene non solo non si svalutasse ma si apprezzasse anche economicamente. 
E' questo accanimento verso una realtà che di fatto fa e promuove cultura, in un territorio in cui è appurato che la cultura possa costituire un argine alla criminalità organizzata, che ci sembra oltremodo fuori luogo.

Precisato ciò, ovviamente non staremo con le mani in mano a farci sgomberare e siamo certi di avere vicina e dalla nostra parte la maggioranza della società civile napoletana e non solo.

Queste considerazioni ci rendono consapevoli del fatto che la strada intrapresa sia quella giusta.Facciamo nuovamente appello a tutti quelli che, in questi anni, ci hanno mostrato la propria vicinanza poiché non difendiamo solo la sede del GRIDAS, ma un luogo storico che ha scritto, e continua a farlo, un pezzo di storia di Scampia e non solo. 
Chiediamo a tutti quelli che condividono questa battaglia di manifestare il proprio sostegno:
. Aderendo alla campagna
. Condividendo questo comunicato con l’hashtag #ilgridasnonsitocca

Grazie a tutti!
Il GRIDAS è di tutti e solo con l’aiuto e il sostegno di tutti vinceremo questa battaglia.

IL GRIDAS NON SI TOCCA !!!
SOSTIENI IL GRIDAS !!!



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APPELLO DEL 21 giugno 2010

Cari tutti,
ci troviamo nella condizione di dover rivolgere un appello a tutti voi in sostegno del GRIDAS.


Cos’è il GRIDAS:

Il GRIDAS, gruppo risveglio dal sonno, è un’associazione culturale senza scopi di lucro fondata nel 1981 da Felice Pignataro, Mirella La Magna, Franco Vicario e altre persone riunite dall’intento comune di mettere le proprie capacità artistiche e culturali al servizio del prossimo per un risveglio delle coscienze assopite e per stimolare una partecipazione attiva alla società.

Il GRIDAS opera ininterrottamente da quasi 30 anni a Napoli caratterizzandosi soprattutto per gli oltre 250 murales realizzati in ogni parte d’Italia, ma anche per il Carnevale di quartiere promosso a Scampia e giunto quest’anno alla 28ª edizione, per il supporto creativo e culturale dato a tutte le realtà in lotta per il rispetto dei diritti dei più deboli.

Dal marzo 2004, con la morte di Felice Pignataro, il GRIDAS non ha cessato la sua attività, continuando a promuovere il cineforum gratuito settimanale, il carnevale di quartiere e continuando a rappresentare un punto di riferimento per numerose realtà che operano a Scampia e in altre parti di Napoli, così come in altre periferie d’Italia, e che negli anni sono venute in contatto con Felice, con il GRIDAS e con il nostro percorso di coerenza improntato al rispetto del prossimo.

Da sempre le attività del GRIDAS sono state autofinanziate e abbiamo sempre rifiutato sponsorizzazioni e patrocinii di ogni tipo per mantenere la nostra coerenza e libertà di azione.


La sede del GRIDAS:

La sede del GRIDAS è stata da subito stabilita nei locali abbandonati del centro sociale del Rione Monte Rosa, all’Ina Casa di Secondigliano, poi divenuto Scampia.

I locali sono di proprietà dell’IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) che, peraltro, non si è mai curato della manutenzione, né delle condizioni degli stessi, questo nemmeno nel 1988, quando un incendio accidentale distrusse il locale al pianterreno con gran parte del nostro materiale, o quando le stanze al piano superiore furono lasciate semidistrutte dai terremotati che vi soggiornavano da sette anni, al momento dell’assegnazione delle case agli stessi.

Felice Pignataro, da solo o con l’aiuto degli altri membri del GRIDAS, ha in più riprese ristrutturato a proprie spese e rese funzionanti intere parti dell’edificio senza che alcuno dell’IACP intervenisse a pretendere alcunché.

La stessa presenza del GRIDAS ha, di fatto, sottratto le stanze occupate all’espandersi della camorra che, come si sa, nel nostro territorio è solita appropriarsi dei luoghi abbandonati.

Inoltre, in più riprese, abbiamo chiesto una “regolarizzazione” della nostra posizione all’IACP senza ricevere alcuna risposta, per anni. Come nella lettera che Felice Pignataro inviò il 16 marzo 1994 al Presidente della Circoscrizione di Scampia, al Sindaco di Napoli, all’Assessore alla Cultura del Comune di Napoli, alla Commissione Risorse umane del Comune di Napoli e al Presidente dell’IACP in cui chiedeva, tra l’altro, “L’abolizione della considerazione di essere abusivi nella convinzione che abusivo non è chi restituisce all’uso dei cittadini una struttura abbandonata da anni e ritenuta pericolosa per l’incolumità degli stessi, ma piuttosto il potere che per anni espropria i cittadini, per incuria, delle strutture che potrebbero migliorarne la vita”.


Un breve riassunto dei fatti attuali:

In seguito ad accertamenti dei Vigili Urbani, che hanno portato a dei sopralluoghi nell’intero stabile e alla individuazione di tutti gli occupanti, nel 2005 sono partite a cura della Procura della Repubblica di Napoli delle indagini preliminari, conclusesi con il rinvio a giudizio del GRIDAS e di alcuni altri occupanti per il reato di “invasione di edificio pubblico”. Il GRIDAS ha rifiutato la strada del patteggiamento perché andare avanti nel processo (che si terrà a fine dicembre) significa poter raccontare la propria storia e vedere riconosciuta una volta per tutte la propria posizione nell’edificio.

Parallelamente a questo procedimento, abbiamo avuto una visita degli Architetti mandati dall’IACP nella struttura cui è seguita una richiesta di lettera scritta per chiedere (per l’ennesima volta) di regolarizzare la posizione del GRIDAS. Abbiamo puntualmente adempiuto a questa richiesta non ricevendo alcuna risposta dall’IACP.

Su nostra sollecitazione, si è tenuto un incontro informale tra Comune di Napoli, GRIDAS e IACP per cercare di trovare una soluzione possibile a questo paradosso: una realtà attiva per produrre cultura in un territorio martoriato e abbandonato come quello di Scampia che viene messa alla porta dalle istituzioni che dovrebbero ostacolare l’assenza culturale che fa da substrato ottimale per la crescita della cultura camorrista.

Quasi a sorpresa, dunque, ieri mattina (21 giugno 2010) ci è stata notificata un’ingiunzione di sgombero da compiersi entro 15 giorni con diffida dal continuare a occupare i locali con la minaccia di sgombero coatto.


Teniamo a precisare che i locali occupati dal GRIDAS sono interamente dipinti dai murales di Felice Pignataro che noi tentiamo di preservare come meglio possiamo perché non più riproducibili. Per la storia del GRIDAS e per la scomparsa di Felice che rende per noi importantissimi quei locali il GRIDAS non può e non deve a nostro avviso essere separato dai locali che ne sono insieme storia e memoria. Proprio recentemente, a nostre spese, è stato riasfaltato il tetto dell’intero stabile (non solo dei locali da noi occupati) per fermare infiltrazioni d’acqua che minavano la tenuta dei murales e la stabilità dell’edificio, senza che l’IACP intervenisse in alcun modo.


Poiché il GRIDAS non è e non ha mai badato agli interessi di pochi, ci sentiamo “cosa pubblica”.

Facciamo appello quindi a tutti perché accorrano e si mobilitino come meglio possano e come sappiano affinché il GRIDAS resti nel centro sociale di via Monte Rosa 90/b, nell’Ina Casa del rione Scampia (Napoli).


Giovedì 24 giugno 2010 – ore 18:30

convochiamo un’Assemblea Pubblica presso la sede del GRIDAS


per confrontarci sul da farsi con tutti quelli che in questi anni sono passati dal GRIDAS o in qualche modo sono entrati in contatto con noi.


Vi aspettiamo numerosi!


Il GRIDAS.

GRIDAS – Gruppo risveglio dal sonno
Casa delle Culture “Nuvola Rossa”
Via Monte Rosa 90/b, Ina Casa, Scampia, Napoli.
Web: http://www.felicepignataro.org/gridas
e.mail: gridas@felicepignataro.org


Anche dopo l'impegno del Comune, espresso martedì 29 giugno 2010, di rilevare la struttura dall'IACP, impegno che ha bloccato di fatto ogni procedura di sgombero e ha avviato un tavolo tecnico tra Comune di Napoli e IACP, il GRIDAS invita tutti a mantenere alta l'attenzione sulla vicenda, vigilando fino a che la questione si risolva in modo positivo e definitivo.


ADERISCI all'appello del GRIDAS:
IL GRIDAS NON SI TOCCA!