immagine
indietro

Felice!

Fuga di Notizie, Luglio-Agosto 2006, pag. 12

La foto lo ritrae di spalle; del viso si intravede il profilo; quasi appollaiato alla sommità di una scala: lui e la sua ombra disegnano, completano un cerchio, che sarà l'avvio di uno dei 200 e più murales.
E' la foto stampata sulla copertina di un interessante supplemento del Manifesto del 26 Giugno scorso (n.d.r.: il libretto è stato distribuito in anteprima, l'uscita ufficiale in abbinamento a "ilmanifesto" non essendo ancora avvenuta): Felice Pignataro in una straordinaria icona che il fotografo (n.d.r. Enzo Longo) ci ha regalato e che da sola descrive il Felice dell'azione: Felice in azione, guidato dalla sua coscienza, dalla sua immagine riflessa sul muro.
La lezione di Felice ci viene riproposta in questi giorni, raccolta nella lunga intervista di fine 2003, "concessa" alla giovane regista giornalista Rosaria Dèsirèe Klain. Quella intervista era stata in parte resa pubblica durante la prima edizione del festival Periferie del mondo/periferie immaginarie ed era parte di un documentario, che riguardava anche Chiaiano e Miano.
Ora a due anni di distanza l'intera intervista con brani inediti, montata con immagini riferite all'azione di Felice, ai luoghi in cui si è sviluppata la sua azione (soprattutto educativa), alla sua fantasia e alle sue denunce, al suo Carnevale e alla sua scuola (la controscuola della baracca 128), quella intervista, nella forma di un lungo documentario, è stata proiettata nei giorni scorsi al cinema Filangieri di Napoli.
Il titolo del documentario è proprio come nel titolo di questa nota: con l'esclamativo. Un esclamativo che almeno una volta anche Felice aveva adoperato quando, commentando con uno dei suoi murales i gravi fatti di Genova, aveva concluso con tre significative parole: "Ma c'è speranza!".
Sì, perché in lui più spesso ricorrevano gli interrogativi. Si interrogava sulle nefandezze di certi politici e di quelli che si ritengono i "padroni", padroni di tutti, padroni del mondo. Rispondeva con la poesia dei suoi disegni e con la satira delle figure in cartapesta. Di Felice, della sua personalità, della sua incessante ma silenziosa attività in favore dei deboli, soprattutto dei bambini, su questo giornale si è spesso parlato. Qui interessa riferire del film che Dèsirèe Klain ha proposto ad un pubblico attento e sorpreso; sorpreso per l'ottimo livello documentaristico. Al di là del tema, che poteva sembrare semplicemente biografico, si è assistito alla lettura della storia vera di Scampia e dei suoi non fortunati abitanti, delle difficoltà di organizzare la vita in un quartiere mal nato e poco curato. Quella intervista è un autentico manifesto dove tutto è compreso, del bene e del male di Scampia, anche se non mancano i riferimenti al male del mondo, così come accadeva con la scelta dei temi del Carnevale, che riguardavano l'attualità politica, economica e sociale, dell'Italia e del mondo intero. Credo che il film, nel giudizio degli esperti, risulterà degno di ogni possibile attenzione e riconoscimento.
La sua articolazione è fatta di considerazioni brevi di Felice, che raramente guarda la telecamera, quasi a mostrare il suo distacco verso lo strumento principale a servizio della televisione, la quale quasi sempre diffonde cattiva cultura e fornisce pessima informazione; poi Felice si ricorda che in quel momento l'intervista viene ripresa per essere trasmessa attraverso un film e per qualche istante concede il suo sguardo alla telecamera. Quelle considerazioni, intervallate da immagini relative al suo lavoro, ai suoi piccoli allievi collaboratori, hanno una valenza straordinaria per la schiettezza dei contenuti e la semplicità del linguaggio. Il ritmo di uno strumento a percussione, eseguito dal bravissimo Ciccio Merolla, accompagna l'intero filmato. E Ciccio Merolla prima della proiezione si è esibito sul palcoscenico del Filangieri con grande piacere dei tantissimi spettatori. Nel film compare Mirella in alcuni brevi momenti, con altrettante brevi testimonianze.
Nell'ultima, accanto a Felice, in veloce sequenza l'uso differenziato del colore chiarisce ogni cosa. Quando al piacere per un evento culturale si associa un momento di riflessione e anche di forte commozione, significa che Felice era, ed è, tra tutti noi!

Franco Maiello

Felice!