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Stultifera navis

24 giugno 1994.
La nave dei folli, mural anti G7 con il Cerchio dei Popoli a calata Capodichino (Napoli), di fronte al “Leonardo Bianchi” (ex manicomio, ndr).
Quasi cancellato dalle intemperie e semicoperto da tabelloni pubblicitari.



Testo illustrativo



Nell’ambito delle iniziative del coordinamento antivertice “Il Cerchio dei Popoli” si sono realizzati dei murales per comunicare alla gente comune come andava vista la cosa (il “G 7”), quali le responsabilità dei SETTE CHIAVICI PIÙ UNO STRONZO, per lasciare una traccia, più durevole della passerella napoletana dei “sette grandi”, che aiutasse a pensare e a riflettere.
Dei murales a Napoli, soprattutto perché qui c’è il GRIDAS, il più prolifico gruppo di muralisti del mondo: centotrenta murales realizzati in tredici anni, in giro per l’Italia, nella più completa indifferenza dei cosiddetti “intellettuali”, anche se “compagni”!
Fare un mural significa utilizzare una forma d’arte popolare perché sottratta alla speculazione economica, e comprensibile ai più, come strumento di comunicazione politica: avere l’occasione di contattare la gente comune, incuriosita dal fatto che si stia dipingendo un muro, e poterci parlare, dire perché lo si fa, che senso ha, perché quelle immagini, a che serve, come la vedete voi, ecc.
È una maniera efficace e comprensibile di comunicare contenuti politici significativi in maniera coinvolgente, e perciò efficace, certo molto più utile della diffusione di volantini partoriti con grande travaglio, concettosi e scritti fitti fitti, che nessuno legge, tipici della sinistra “più sinistra” e perciò più lontana dalla mentalità e dagli interessi della gente comune.
Lo scopo è stato pienamente raggiunto, ma c’è stata una serie di fatti, provocati dalla realizzazione dei murales, che fanno preoccupare, o sbellicarsi dalle risa, o, se si vuole, sconvolgono per la loro assurdità (incredibili, ma veri!).

[...]

Il terzo mural: davanti all’ospedale psichiatrico “Leonardo Bianchi”, il 22 giugno è stato dipinto un mural di centoventi metri quadrati: “STULTIFERA NAVIS”: La Nave dei Pazzi, nella quale viaggiano i sette responsabili dei disastri del mondo.
Si voleva dipingerlo insieme con i degenti dell’ospedale psichiatrico, per dire: “I pazzi sono loro!”, ma, preso contatto con i “medici” dell’o.p., sono sorte una serie di difficoltà burocratiche e si è dovuto lasciar perdere.
Un ospedale sconfinato, con corridoi lunghi chilometri, percorsi in vespa dagli infermieri (!), cani rognosi sdraiati sulle scale, degenti nelle gabbie di rete metallica, come galline, padiglioni fatiscenti e abbandonati: “ma non abbiamo denari, né personale sufficiente”, ci hanno detto i medici, e, invece è questione di sensibilità umana e non di “denari” e “personale”!
Il mural, dipinto da una ventina di membri del Cerchio dei Popoli, è stato visibile ed apprezzato dalla gente per qualche giorno, poi è stato coperto con l’incollaggio di centoventi metri quadri di carta bianca, come si fa a Napoli per le affissioni abusive. Alcuni compagni, dopo aver cercato, inutilmente, per imperizia, di strappare la carta, hanno scritto, sulla carta bianca: “qui sotto c’è un mural che rappresenta i sette pazzi, ecc.”. Sono tornate le “autorità” a far coprire con altra carta bianca anche la scritta: un secondo tentativo di scrittura-denuncia è stato bloccato dalla polizia! Il fatto è stato immediatamente comunicato alla stampa, ma nessuno, neanche “ilmanifesto” ha ritenuto di rilievo la notizia!
Ma la cosa non è finita lì: il 17 luglio, approfittando dell’impazzimento collettivo per la finalissima del campionato di calcio, Felice, Mirella e Martina, tre del GRIDAS, armati di pompa da imbianchino, per spruzzare acqua per inzuppare la carta, sono andati a far riemergere il mural strappando la carta dal muro con le unghie, dalle 22 alle 3 del mattino. Proseguendo poi la notte dopo per un analogo tempo.
Le persone che passavano ci hanno fatto i loro complimenti.
Le autorità pensavano, evidentemente, che fosse sufficiente nascondere il mural per i giorni del vertice, ma, invece, le conseguenze della politica dei “grandi” perdurano anche dopo il vertice, e così la nostra protesta.

[...]

Estratto da I murales "anti G7" del GRIDAS: una storia tutta da ridere