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Scampìa, sfilano i carri di san Ghetto martire

Carnevale di protesta: piazze sognate, rubinetti privati e mongolfiere rom


Corriere del Mezzogiorno, 28 febbraio 2006, pag. 5

NAPOLI - Più di un mese di preparazione, con veri e propri laboratori, dove tra divertimento e un'arte antica si sono tramandati i trucchi per costruire maschere, carri, in cartapesta, in poliuretano espanso, in cartone, usando per lo più materiali di risulta nell'ottica del riciclaggio. Un grande lavoro di collaborazione per portare avanti l'unica tradizione di un luogo senza storia: Scampia. È tornato anche quest'anno, il Carnevale del Gridas (Gruppo Risveglio dal Sonno), inventato da Felice Pignataro e che va avanti fin dal 1983. «2006: Odissea dello spazio - Piazze blindate/Piazze sognate» è stato il tema della manifestazione, con allusione agli spazi negati, a quelli inaccessibili a chi dovrebbe usufruirne, luoghi fisici ma anche mentali, ideologie, spazi chiusi. Spazi e piazze, «piazze blindate» (contro chi manifesta, ma anche fantomatiche piazze telematiche, mai usate dai cittadini di Scampia), «piazze sognate» che si vorrebbero progettare insieme (la «piazza dei giovani» auspicata dal Coordinamento Piazziamoci di Scampia), ma anche qualsiasi spazio aperto a misura d'uomo, spazi vitali da mantenere tali.
Sulle note di «Piazza Vuota» (parodia di «Piazza grande», scritta dai bambini del X Circolo e cantata, con altri brani, dal Maestro Gianni Tarricone) è partita domenica scorsa, alle dieci di mattina, la parata di carri, con in testa «quelli del Gridas», come Mirella Pignataro, che non ha smesso di far sentire la sua gioia e la sua protesta, battendo il tempo della lunga marcia con il suo storico tamburo. Hanno sfilato in corteo, per le strade di Scampia, le Piazze blindate, tutte opere faraoniche, a Scampia come nel resto d'Italia, accuratamente difese dai celerini; le «Piazze sognate», quelle costruite insieme, quelle che rispondono alle esigenze reali dei cittadini; poi, un altro carro: la «Macchina dell'Acqua», che ha visto contrapposte con un grande rubinetto, diviso in due, le opzioni pubblico/privato. Smascherando chi serve la privatizzazione dell'acqua: da una parte pesci, colori, felicità, dall'altra soldi, tristezza, guadagno. E ancora l'ormai famoso San Ghetto martire, il santo protettore delle Periferie, beatificato l'anno scorso in occasione del Primo maggio, con i suoi ex-voto: i «per grazia ricevuta» e i «per grazia da ricevere»; e ancora la Mongolfiera del gruppo «Chi rom e...chi no», per vedere le cose da un'altra angolazione, che ha per zavorra le cose negative e vola solo quando queste ultime vengono eliminate, bruciate.
Insieme nel corteo il circolo Legambiente «la Gru», il gruppo «Chi rom e...chi no», il Clan K2 del gruppo scout Napoli 14, alcune classi delle scuole del quartiere (V e X Circolo, scuola media "Virgilio IV"), la Ludoteca «Vulimme pazzià» di Secondigliano, il Centro diurno «Gatta blu», i trampolieri del Progetto «Chance» modulo centro e zona orientale Barra - San Giovanni a Teduccio - Ponticelli e una delegazione della scuola media «Michelangelo» di Bagnoli. la parata si è conclusa al campo sportivo in costruzione in Via Fratelli cervi con l'allegorico falò finale dei simboli negativi.

Rosaria Désirée Klain