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Addio al rivoluzionario dei murales

La Repubblica, 17 marzo 2004

Se vi trovate a prendere la Circumvesuviana, o se dovete andare al Loreto Mare per una visita, andate a guardare il murales di Felice Pignataro sui muri della scuola elementare della “case nuove”.
Quel murales costituisce uno dei rari casi in cui una sola opera di un uomo c’è il segno di tutto se stesso; in ciascuna delle sue opere c’è il segno della sua presenza in questo mondo. 
Andatelo a vedere.
Ci sono dipinti i bambini allegri e i capitalisti con le orecchie da maiale. Su un muro di cinta grigio, in una strada con vista su niente, a ridosso delle case nuove, per i bambini delle case nuove, di fronte ad un ospedale.
In fondo il suo senso è tutto là. Felice Pignataro preparava il Carnevale di Scampia con il gruppo GRIDAS, che non è una sigla ma un augurio: significa gruppo risveglio dal sonno, così lungo le Vele comparvero il gambero, la balena, lo scarrafone.
Durante il G8 dipingeva i calpestati del mondo sui muri di Genova. Con la "scuola 128” insegnava come si fa una maschera o un pupazzo di cartapesta ai ragazzi di Secondigliano.
Durante la manifestazione dell’anno scorso contro la guerra in Iraq, lui e la moglie battevano incessantemente i coperchi e le cucchiarelle di legno con un frastuono insopportabile, che costringeva gli abitanti di Bagnoli ad affacciarsi e a noi del corteo  ad allungare il passo per levarceli da torno. A Monterosa verso Scampia, ha dipinto la storia illustrata troppo attuale per non far male: partirono le caravelle tornarono portaerei.
Tutto là.

Non si verifica sempre questa cosa. Questa unità che si porta dentro l’opera di Pignataro: e non succede mai quando l’artista fa l’artista, un pittore fa il pittore, uno scrittore fa lo scrittore.
Succede solo quando l’artista fa l’uomo, l’uomo fa il cittadino, il cittadino cammina per il mondo e incontra le idee per strada e per strada le lascia. Felice Pignataro e la sua idea restano là a Via Cosenz, andatelo a trovare: la prima traversa a sinistra, dopo la Circumvesuviana.

Valeria Parrella