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Testimonianze dei ragazzi 1984-1994

Noi abbiamo fatto un bruco di stoffa dove entravano dentro ventuno ragazzi: 19 nel corpo e due nella testa. La testa del bruco era fatta con due ombrelli vecchi.

Il giorno dopo io rimasi meravigliata perché pensavo che quello che avevamo fatto era un sogno.

Nel periodo dello svolgimento di questo lavoro la nostra aula sembrava un'officina perché invece dei libri, delle penne e dei quaderni c'erano attrezzi, stoffa, filo, stracci, cartone, ecc. Ogni struttura che man mano finivamo veniva attaccata al soffitto e noi ci divertivamo a vederle dondolare appese a un filo.

Stamattina la professoressa di lettere ha letto sul giornale come è stato festeggiato il nostro carnevale, che ha fatto una bella impressione e si è aperta una discussione e si è capito che questo carnevale è servito a risvegliare la vita di questo quartiere e di tutte le persone.

Tutti gli alunni studiosi e non studiosi si sono impegnati al massimo e così alla fine le maschere sono venute molto bene.

Vedevamo sul viso degli altri tanta felicità.

La gioia è stata grande soprattutto nel dipingere le maschere e nel vedere la classe addobbata di maschere appese al soffitto.

Decidemmo di costruire uno scarafaggio perché stava a significare la sporcizia e i mali della 167 e di Napoli, stava a significare il governo sporco ecc. ecc. Questo scarafaggio doveva essere di circa sei metri e dentro entravamo circa quindici ragazzi.

Io ho fatto la maschera dell'elefante con le orecchie grandi e con la proboscide tutta curve. Un mio amico si è fatto una maschera con due facce. Abbiamo lavorato molto. Io sono contento di partecipare al lavoro di carnevale e soprattutto sono soddisfatto di avere imparato che con poco, ma con molta fantasia si può fare molto.
Le maschere erano molto belle perché le avevamo costruite con le nostre mani e soprattutto erano ricche di fantasia, una cosa che oggi, purtroppo va finendo perché siamo sempre troppo presi dalla TV, dal computer, ecc. e lasciamo che gli altri pensino per noi.

La colla veramente sporcò il pavimento e i bidelli si lamentarono con la preside. Secondo me però una lavata fa sempre bene.

La pioggia ci ha bagnati, anzi inzuppati, ma noi abbiamo resistito perché un lavoro si porta a termine e soprattutto quando serve a divertire, ma anche ad imparare qualcosa nuova senza spendere nulla. Così lo scarrafone era inzuppato dall'acqua e con fatica fu portato alla deriva. Esso stava a dimostrare la sporcizia e perciò fu bruciato.
L'anno prossimo spero che ci sarà un altro corteo senza pioggia, con il sole, con la preside e tutti i miei insegnanti.

Ogni classe aveva un suo proprio simbolo, una maschera gigantesca e noi avevamo "la barca dei folli" e la sua condottiera era la nostra professoressa di lettere.

Mentre facevo queste maschere ho provato una sensazione di felicità perché mi sentivo un artista e mentre dipingevo mi sentivo un pittore come quando tempo fa dipingevo i murales. Ci siamo divertiti moltissimo perché stavamo sotto la pioggia e così ci dava l'impressione di essere in mare.

Mi è piaciuta soprattutto la maschera dello struzzo che pizzicava la frutta nel mercatino.

La cosa più bella per me era la bilancia perché significava che nel mondo c'è la pace e la guerra e che sta a noi farla pendere dalla parte della pace.

Ho imparato che lavorare in gruppo è più interessante che lavorare da soli...Mentre sto scrivendo vedo tutti impegnarsi e capisco che tutti abbiamo voglia di cambiare il mondo.

Ma oggi la giornata è molto bella ma non in senso che è bel tempo, ma in senso che mi sto divertendo moltissimo, cioè più del solito.
E bello stare tutti insieme, è bello come vedere splendere il sole in cielo! Bill (Clinton) sembrava un po' Alberto Sordi, ma non fa niente.

A me mi è piaciuto il mappamondo.

Sono contenta di essere andata, sembrava che tutto il mondo si divertisse.

Il carnevale è stato molto bello perché mi ha dato l'opportunità di stare con persone che non conoscevo, ma con cui ho fatto subito amicizia.

Nonostante il mio poco impegno, il lavoro che avevamo fatto tutti è venuto benissimo e il risultato non l'ha notato solo il nostro professore, ma anche le persone che l'hanno visto.

Sono due anni che facciamo il carnevale e in questi due anni abbiamo imparato molte cose, nonostante questo ci siamo anche divertiti.

Il carnevale potrebbe dare una mano a Napoli.

Carnevale è solo un giorno e noi dobbiamo far vedere alle persone quello che siamo capaci di fare quando ci impegniamo in tutto l'anno scolastico.
Il carnevale per me è stato un insegnante di vita. La mia personalità è cambiata, perché il carnevale mi ha insegnato che adesso non sono più un bambino, ma sono diventato adolescente e ho imparato a socializzare con altra gente. A me piacerebbe fare sempre il carnevale perché con il carnevale capisco le cose giuste e non giuste.

Ci siamo anche divertiti quando il professore per scherzo ci inseguiva e cercava di sporcarci con la pittura.

Mentre sfilavamo alcuni ragazzi ci dipingevano il viso, gli alunni di un'altra scuola suonavano il flauto, Felice vestito da "pazzariello" suonava il tamburo e ogni tanto si fermava a spiegare con il megafono il significato del nostro carnevale.

In questi tre anni ho imparato a fare molte cose durante le ore di laboratorio; nel primo anno, la prima volta che scesi in laboratorio non sapevo fare niente. Poi il secondo anno già sapevo fare qualcosa e quindi mi sentivo più orientata rispetto al primo.. non andavo più dalla professoressa per sapere se avevo fatto bene. Quest'anno non ho avuto problemi a fare le maschere, anzi ho addirittura insegnato agli altri come si fa la colla, come si mette il ferro e altre cose.

È venuto anche il preside della nostra scuola, detto "baffo 'e chiummo".

Ad un tratto ho fatto cantare una canzone del Napoli e una signora del Gridas ha detto: "Guagliò, ccà nun stammo 'ngopp'o stadio, perciò, cagna canzone!"

Mentre la strada era piena di macchine, ora è piena di gente allegra che fa chiasso e balla.

Quest'anno ho partecipato al corteo e mi sono divertito molto, con dei calli sotto i piedi, ma mi sono divertito.

Io non ero mai stata in laboratorio e quando ci sono andata per la prima volta a fare le maschere mi è piaciuto un sacco. Tanta gente veniva dietro di noi, altri, invece, da sopra al balcone ci guardavano.

...ci ha insegnato a creare e a fornirci delle idee, e soprattutto a farci sorridere, che di solito a scuola non succede. Ho provato tanto interesse e una sensazione bellissima, ma la cosa più bella che mi sentivo molto importante nel fare questo lavoro.

Che significa carnevale? significa prendere in giro i potenti di tutto il mondo che si sentono grandi.

La partecipazione di tutti mi ha dato l'impressione che qualcosa potrà cambiare.

Quando hanno appicciato il fuoco io mi sentivo le guance rosse e felicissimo.

Testimonianze dei ragazzi 1984-1994