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Gli oggetti "mobili"

Dopo le opere di Alexander Calder "mobile" non indica più solo i contenitori di vestiti e oggetti ma anche strutture animate, fatte di pezzi di diversi materiali, diverse dimensioni e pesi quindi differenziati, appoggiati o sospesi in modo che un lieve movimento dell'aria sia sufficiente a farli muovere.

Sandy Calder ne produsse in lamiera e tondini di ferro, col diametro totale di parecchi metri, ma per gente di più modesta operatività può bastare il ricorso ai materiali summenzionati, plexiglass, compensato, plastiche varie, filo di ferro di diversi diametri.

Trovati o prodotti due oggetti e due forme, li si sospende alle estremità di un pezzo di filo di ferro, servendosi di un filo di nylon o di robusto filo di cotone, legando saldamente in modo che non scorra l'attacco, magari bloccando il nodo con una goccia di colla.

Si cerca poi il baricentro della struttura, spostando il punto d'appoggio finché la struttura cessi di oscillare e stia in equilibrio.

In quel punto si annoda un altro filo e la struttura diviene un elemento di un altro sistema per il quale si dovrà cercare il punto di equilibrio per sospenderla ad
un altro filo di ferro e così via, fino al numero di corpi voluto.

Si può dare particolare significato alla struttura, tenuto conto del movimento che produrrà lo spostamento d'aria, per una serie di figure rappresentanti tutti i possibili "opposti" (la faccia di De Mita e quella di Craxi, e quella di un operaio all'altra estremità, ecc.) o giocare sul contrasto visivo di materiali e forme diversi, ciottoli colorati, pezzetti di vetro o di specchio, frammenti di plexiglass, virgole di cuoio, solidi di cartoncino, sculture in filo di ferro, o filo di ottone, ecc.

Il repertorio è infinito e l'effetto suggestivo quanto maggiore sarà il contrasto di materiali: superfici lisce, speculari o ruvide, o spugnose, forme precise o incerte o slabbrate, materiali "preziosi" e volgari, nuovi e vecchi, lucidati e arrugginiti e via contrastando.

Gli oggetti 'mobili'