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L'Europa nei suoi mari

3 - 5 maggio 2000.
Telone dipinto con cinque scuole medie in occasione di un convegno in Villa Bruno a San Giorgio a Cremano (Napoli).



Testo illustrativo



Cosa pensare dell'Europa, come proporre un'idea dell'Europa ai ragazzi e a tutti i cittadini che vivono nelle diverse regioni di questo "vecchio" continente?
Si è pensato al mare: i mari che circondano l'Europa, l'Oceano Atlantico, il Mare del Nord, il Mediterraneo...
I mari e i popoli che sui mari si affacciano, e le creature che nel mare vivono, simboliche rappresentanze delle situazioni e dei conflitti fra gli umani; pesci voraci e pesci inoffensivi, vittime sacrificali per la voracità di altri, squali, mante, scorfani, balene, triglie, paguri, polpi, pesci spada, sgombri, attinie, sogliole, calamari, seppie, granchi...
Sono immagini simboliche dei conflitti sociali fra gli umani, sotto forma di creature degli abissi: gli abissi della coscienza?
Sopra le onde multicolori delle acque navigano vascelli diversi: barche di pescatori del Portogallo, ma anche vascelli storici, che se l'Europa vuol costituirsi in unità e solidarietà deve però dimenticare le sue responsabilità storiche, le sue "colpe". Ecco allora le caravelle, memori della vergognosa conquista delle Americhe, per cercare l'oro per pagare i debiti di Isabella di Cartiglia, massacrando indigeni, e poi la sostituzione dei neri agli indios: le navi negriere, con la pianta di uno dei ponti, con i neri legati e stivati come polli nelle stive, in attesa di essere sbarcati in America. E poi le piraterie, e le ondate migratorie con navi a vela e poi a vapore.
C'è anche una memoria storica delle navi vichinghe: i primi "europei" a "scoprire" l'America, molto prima di Cristoforo Colombo. Ai transatlantici e ai velieri si aggiunge una nave da guerra, la pirateria legalizzata, allusione alle innumerevoli guerre che hanno funestato L'Europa, dalle guerre "storiche", dei trent'anni, dei cent'anni all'ultima (ultima?) guerra nel Kossovo...
L'ultima immagine è quella delle carrette e dei gommoni che trasportano sui nostri lidi inospitali emigranti albanesi e altri disperati in fuga dalla miseria e dalle persecuzioni, in realtà protesi, magari inconsapevolmente, ad esigere da un'Europa colonialista e sfruttatrice il giusto risarcimento di ciò che nei tempi passati ad essi è stato sottratto: il diritto all'uguaglianza dei diritti e della dignità di esseri umani.
Alle estremità dello striscione, in alto, ci sono un sole e una luna, entrambi con la faccia: non impassibili spettatori degli eventi, ma partecipi, testimoni anch'essi di culture diverse: i popoli "solari" e i "lunatici", le proiezioni sui corpi celesti delle ossessioni e della poesia degli uomini, cristianesimo e islamismo, ecc.
Per un'Europa solidale e non arroccata nella difesa di privilegi (vedi il trattato di Schengen), questo è il messaggio che vogliamo consegnare ai nostri piccoli: non ha senso celebrare la fratellanza fra i Paesi d'Europa se non ci si assume la responsabilità di colpe e di infamità (passate?).