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Pachamama, lo Yin Yang e i diritti dei bambini

11 - 12 - 13 maggio 1999.
Caserta: Murales al III Circolo.

Il sito della scuola


Testo illustrativo


«Dopo la visione di diapositive di murales i ragazzi scelti da dodici classi per partecipare alla realizzazione dei murales hanno prodotto alcuni disegni da cui si sono tratti spunti per le immagini da dipingere sui muri.
Le superfici da dipingere erano gli spazi esterni fra i pilastri in cemento armato all'esterno delle aule sulla facciata principale della scuola, rivestiti di mattoni, dieci spazi di m. 0.90 x 7 e altri due di m. 3 x 7.
Le proposte erano riassumibili in immagini del bene e del male, di cio' che non va nella nostra societa' e di come vorremmo che andasse, partendo dalle esperienze fatte nella scuola, di integrazione multiculturale, di partecipazione dei genitori e degli anziani alla gestione della scuola, di esercizio della creativita', di sperimentazione del gioco come strumento di conoscenza, di lotte sociali per una migliore qualita' della vita.
Steso un fissativo sui mattoni, si e' passati alla dipintura, realizzata a turno, una classe per volta, per circa un'ora. Si sono rappresentati "i mali" sui pannelli a sinistradi chi guarda l'ingresso della scuola, le suggestioni di una societa' migliore sui pannelli a destra.
Hanno cosi' trovato spazio sui muri la guerra, attualmente in corso contro la Serbia, con i bombardamenti, le distruzioni di fabbriche, ponti, case, impianti elettrici, stragi, e la conseguente fuga di profughi su carrette dei mari e gommoni.
Segue uno spazio con le esemplificazioni della violenza e del razzismo, rappresentati sostituendo ai volti delle persone una pistola, una bomba a mano, un pugnale, un pacco di dinamite, ma c'e' anche un accenno alla violenza di stato legalizzata: le sbarre di un carcere, poliziotti, soldati. Il razzismo e' rappresentato dall'immagine classica del Ku - Klux - Klan, il movimento criminale degli USA dedito al linciaggio rituale dei neri, con gli incappucciati, il suo simbolo - totem, la croce incendiata, cui e' appeso un nero a testa in giu'.
Nello spazio successivo c'e' una semplificazione degli inquinamenti ambientali: fabbriche che diffondono nubi tossiche, ma ci sono pure le allusioni agli effetti devastanti dell'assunzione di cibi transgenici (geneticamente modificati) con l'ironica rappresentazione di persone con una storta (strumento per la distillazione) al posto della testa, o con una testa di pecora o di maiale, o un pomodoro o una patata al posto del volto umano.
Girato l'angolo il discorso sugli attentati alla salute prosegue con la simbolizzazione degli inquinamenti da onde elettromagnetiche; qui si sostituiscono ai volti degli umani antenne per le trasmissioni telefoniche, antenna in genere, televisiori, telefonini, con un accenno a un ben piu' grave inquinamento che e' quello dei cervelli con l'omologazione di tutti ad un pensiero unico prodotta dall'indottrinamento televisivo.
L'ultimo spazio e' dedicato all'esemplificaizone dello sfruttamento dei bembini attraverso il lavoro minorile: bambini tessitori di tappeti, intenti a cucire palloni e scarpe sportive per i loro coetanei ricchi, ma anche le nostre bambine confinate a cucire camice per dodici-quattordici ore al giorno per una misera paga. C'e' anche un ragazzo "gommista" e vari esempi di facchinaggio; lavori pesanti no adatti ai piccoli. Il tutto riassunto al centro nell'immagine di un ragazzo incatenato. Le catene simboliche, ma purtroppo spesso anche reali che inchiodano i piccoli a lavori che negano loro il diritto all'infanzia rendendoli schiavi.
Sugli spazi a destra di chi guarda l'ingresso ci sono le immagini di come il mondo vorremmo che fosse, a partire dalle esperienze fatte nella scuola.
Nel primo pannello, a partire dell'ingresso, trovano spazio le attivita' creative di comunicazione e di allegria: il teatro dei burattini, il teatro, il mascherarsi, simboleggiato dall'asino formato da due persone cui un improbabile orientale cerca di mettere la cavezza, il circo. Un' espressione di pace nella gioia, sottolineata da un arcobaleno.
Segue una teoria di colline su cui corrono ragazzi in bicicletta: la bici come mezzo per esprimere la liberta' di movimento. Sullo sfondo un sole fiammeggiante e dei fiori giganti. I fiori giganti vogliono esprimere in un'immagine il rispetto e l'amore per la natura: se sono piu' grandi degli uomini non si possono calpestare e trasformano la realta' in un mondo di favola riducendo gli uomini alla dimensione di gnomi.
Girato l'angolo, sullo spazio successivo trova posto il "manifesto" dell'apertura della scuola alla societa' e viceversa: fra due mani aperte c'e' un grande libro (la scuola) attorno al quale ballano i bambini.
Nello spazio successivo c'e' la memoria della partecipazione di genitori ed anziani alla pulizia e alla manutenzione della scuola, con la cura del verde, la dipintura (storica) della schecchiera e la festa della primavera.
Nel terzo spazio c'e' l'esemplificazione dell'integrazione interculturale: degli africani suonano i djembe', il tamburo parlante, alla maniera dei griot, i cantastorie depositari della memoria storica del popolo che tramandano cantando. All'estremita' opposta c'e' l'insegnamento nostrano della musica, con l'ausilio di una pianola, e in mezzo ragazzi che suonano diversi strumenti, chitarre, mandolini, flauti, bonghi, maracas... L'integrazione interculturale attraverso la musica.
Nei due spazi di dimensioni maggiori ci sono due immagini emblematiche, pure proposte dai ragazzi: a sinistra la Madre Terra (Pachamama, come la chiamano i sudamericani) e' rappresentata da una grande figura di donna che regge nelle mani i popoli del mondo, dei diversi paesi: una folla colorata. Al posto della testa c'e' il globo terracqueo. Il vestito e' fatto di foglie di diverse tonalita' di verde, in grembo ha i frutti della terra, mais, patate, grano, ciliege, banane, pomidoro, albicocche... I capelli, il collegamento fra la testa-mappamondo e la folla degli umani e un arcobaleno (anticolo simbolo di pace, compare nella Bibbia dopo il racconto del diluvio a testimoniare l'eterna restaurata pace fra tutti gli esseri del creato).
Nello spazio sulla destra di chi guarda l'ingresso c'e' invece un grande simbolo orientale, lo Yin-Yang. la rappresentazione della cntinua alternanza-competizione fra il bene e il male, la vita e la morte, il maschile il femminile: le scelte davanti alle quali ci troviamo continuamente nella nostra esistenza.
Nella parte scura si sono riprese e sintetizzate tutte le schifezze del mondo: il denaro per la cui avidita' si compiono i maggiori scempi, la persuasione omologatrice, la droga, la violenza delle armi, l'insensatezza delle mine antiuomo, che continuano ad uccidere anche dopo la fine delle guerre. All'esterno del cerchio alcuni rappresentanti dei governi guerrafondai cavalcano un missile brandendo la bandiere dei loro paesi.
In alto, a sottolineare il carattere mortuario di queste schifezze, volano avvoltoi, Il fondo e' scuro. Sulla destra, invece, dalla parte del bene, la parte in bianco, ci sono girotondi di bambini colorati e all'esterno, in basso altri fiori giganti che qui rappresentano la pace, e, in alto, bambini con le ali, le ali che la liberta', la cultura, l'esercizio della creativita' costruiscono per i nostri piccoli, per volare sopra le disgrazie quotidiane e fabbricare un mondo nuovo, di pace e di giustizia sociale.
Il progetto lo si e' fatto insieme, la dipintura la si e' fatta per gruppi, non necessariamente quelli che avevano progettato hanno dipinto il loro progetto. Ma e' questo scambio, questa collaborazione, se si vuole anche un po casuale, che costituisce la forza dei murales: un'opera collettiva dove la pennellata di ogniuno da' un contributo a un disegno globale che e' la prefigurazione di un mondo migliore. Dipinto sul muro per tenerlo sempre presente e poterlo confrontare quotidianamente con la realta' di ogni giorno per essere costantemente stimolati a mirare in alto.
E' questo il messaggio per i nostri piccoli.»