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Rondini GRIDAS

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20/6/2006

Le Rondini non frequentano abitualmente le città, preferendo piuttosto gli ambienti rurali.

Da diversi anni, a causa dell'inquinamento, dell'agricoltura intensiva e "invasiva" e dell'enorme uso di pesticidi, sono in preoccupante declino.

Ci fa enorme piacere, quindi, che una coppia di Rondini abbia scelto, insolitamente, la sede del GRIDAS per nidificare!

Abbiamo ospitato, questa primavera, un nido e condiviso con una bella famigliola (almeno tre rondinotti!) la "stanzetta delle pezze" al secondo piano della Casa delle Culture "Nuvola Rossa"!

Ben trovate, Rondini!

Rondini a Scampia

Sono socia LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) sin dal 1994 e in passato sono stata un’attivista, ricoprendo il “ruolo”, affibbiatomi dal Delegato, di “Bancarellara Capo” poiché mi dedicavo soprattutto a banchetti divulgativi sulle campagne in atto per la salvaguardia di specie e habitat.

Una di queste campagne, lanciata nel 1996, riguardava il declino delle rondini, un forte declino causato dalla riduzione di habitat (le campagne frequentate da questi uccelli “simbolo” della primavera), dalla trasformazione delle infrastrutture (le stalle e i caratteristici edifici) all’interno delle quali questi uccelli nidificano, a differenza dei “cugini” Balestrucci che si accontentano di balconi o cornicioni e dei Rondoni che utilizzano fessure e insenature sui nostri palazzi.

Fu per me una piacevolissima scoperta, dunque, constatare nel giugno del 2006 che due rondini avessero scelto una stanzetta del GRIDAS per fare il loro nido.

A Scampia! Tra palazzoni e nel grigiore di periferia, due rondini reperivano aghi di pino nella pinetina di fronte al centro sociale e imbastivano il proprio nido su un gessolino mezzo caduto nella “stanzetta delle pezze” del centro sociale in cui ha sede il GRIDAS dal 1981.

Condivisi subito con gli altri dell’associazione questa lieta scoperta e li istruii sul come comportarsi per non disturbare la coppia nidificante, entrando nella stanzetta solo se necessario e in modo poco invasivo, senza fare movimenti bruschi o rumori molesti per non far scappare le rondini. Affissi anche un cartello alla porta che fu fotografato dalle varie ondate di ragazzi che puntualmente vengono in visita a Scampia e qualcuno ci porta al GRIDAS, memoria storica del nostro quartiere e di molte delle associazioni sorte negli anni successivi.

Mi misi a studiare quella coppia e segnalai alla LIPU la loro presenza.

Funzionò così: il gessolino già mezzo appeso reggeva a malapena il peso del nido, a settembre/ottobre, all’involo della nidiata, cadde il gessolino con il nido.

Ma l’anno successivo la coppia ritornò e rifece il nido un po’ più su, sempre su quel precario gessolino.

All’involo dei rondinotti si ripetè il distacco, questa volta completo, del gessolino con relativa distruzione del nido.

Con prontezza, prima-della-primavera acquistai un nido artificiale per rondini dall’emporio LIPU e con l’aiuto di Franco Vicario (cofondatore del GRIDAS) lo posizionammo dove di solito c’era il nido “vero”.

Al ritorno delle rondini, con nostra gioia, constatammo che aveva funzionato: la coppia portò giusto qualche ago di pino per imbastire quel nido che tutt’ora resiste nella “stanzetta delle pezze”.

La convivenza è pacifica e possibile: noi frequentiamo assiduamente la stanzetta durante il trambusto dei preparativi del Carnevale, ma quando finiamo, inizio marzo al massimo, le rondini non sono ancora arrivate. Poi ci diamo il cambio e cerchiamo di non disturbarle. In più, finiti i laboratori, abbiamo premura di coprire con vecchi manifesti (che non mancano mai) tavoli, cassoni e quant’altro sapendo bene su quali fili le rondini si appoggiano per riposare e ricoprendo le cose sotto al nido per proteggerle dalle deiezioni inevitabili.

Un paio di anni fa scoprimmo con disappunto che dalla finestrella cui manca il vetro e da cui accedono le rondini (ragion per cui non lo ripariamo più) iniziavano a entrare anche piccioni facendo nidi vari sugli scaffali della stanzetta.

Chiesi prontamente supporto di informazioni alla lista nazionale della LIPU ricevendo una “soluzione” infallibile: bastava mettere delle bacchette distanziate di 5 cm affinché passassero le rondini ma non i piccioni!

Mario Zuppolini, altro assiduo frequentatore del GRIDAS, si prestò per fare il telaio per la finestrella e abbiamo effettivamente risolto il problema.

Nel 2009 mi recai in rappresentanza del GRIDAS a Roma al Forte Prenestino per una mostra di fumetti (il CRACK) in cui erano esposti anche alcune tavole di Felice Pignataro, oltre a manifesti e autoadesivi linoleografati e notai con piacere anche lì una coppia di rondini: si vede che le rondini benedicono i centri sociali, pensai!

E’ un dato di fatto, può essere una coincidenza così come può essere che trovano magari sensibilità migliori che non si affliggono per qualche escremento da pulire di fronte alla gioia di vederle sfrecciare.

Oggi, nella primavera 2019 ci sono rondini che tentano di fare il nido negli anfratti interni e nella tromba delle scale del palazzo di mia madre, e lei si è detta pronta a pulire le scale purché non sia distrutto il nido e ci sono rondini che sfrecciano al TAN (Teatro Area Nord) segnalatemi da Aldo Bifulco.

Mi piace pensare che siano “figlie” di quella coppia del GRIDAS che continua a venire a nidificare, ma ormai saranno le nuove generazioni…mi piace pensare che, nel quartiere con il più alto tasso di verde urbano pro capite di Napoli (come ci ricorda Aldo) oltre al “Corridoio delle farfalle” si stia costruendo anche un “corridoio per le Rondini”!

Se le Rondini fanno la Primavera, la Primavera parte da Scampia!


Martina Pignataro
(maggio 2019)



IL GRIDAS E IL NIDO DELLE RONDINI 

Come ogni anno l'ingresso della primavera coincide con il ritorno delle rondini al centro sociale sede del Gridas a Scampia. Si proprio Scampia. È ormai da più di vent'anni che una coppia di rondini, entrando da una finestra a cui abbiamo tolto un vetro rotto per agevolarne l'ingresso, ha scelto come luogo per fare il suo nido una stanza del primo piano; la stanza delle stoffe e dei colori dalla quale, poi, ripartono in novembre con la loro nidiata, migranti all'incontrario, per svernare nei cieli e nelle terre più tiepidi del nord Africa. Anche questo anno sono tornate, disegnando geometrie nel cielo, prima di entrare nella stanza per ricostruire il nido e con esso il rito e la metafora di un mondo che tenta di sopravvivere al puzzo di morte che, ancora oggi, sotto i nostri occhi, intride l'aria e la terra di tanti luoghi lontani e vicini nel tempo e nello spazio. Sono tornate, inconsapevoli, che anche loro sono destinatarie di una sentenza di sfratto che ne potrebbe impedire il ritorno nel luogo che hanno eletto come loro dimora sicura perché accolte da persone amiche, che loro ben sanno, avranno sempre cura di loro. Da sempre tessono e intrecciano fili per costruire il loro nido così come le tante persone passate per il Gridas che in quarant'anni e oltre di storia hanno intrecciato e continuano a intrecciare e tessere fili per costruire e consolidare una fitta rete di relazioni sociali per combattere e battere definitivamente un'altra rete, altrettanto fitta e radicata nel tempo, rappresentata dalla cultura camorristica, prima che essa possa diventare, oltre che presenza, essenza stessa, spesso inconsapevole, di un modo di vivere fatto di prepotenza, di sopraffazione, di morte. Non ci siamo mai arresi, e mai lo faremo, a queste logiche mortifere, nella misura in cui saremo capaci di combattere le ingiustizie da chiunque esse vengono perpetrate e con la consapevolezza che nel tempo si sta realmente cambiando il volto di un territorio per arrivare a dargli una nuova identità, che non sia quella camorristica, ma quella di un luogo in cui le persone sono state capaci di progettare e praticare un nuovo modello sociale di convivenza nel segno della solidarietà e della giustizia sociale. Ma la sentenza di sfratto per il Gridas e per le rondini ci dice che nulla è mai troppo scontato e che la camorra spesso si annida proprio nelle stanze di quei poteri che dovrebbero combatterla. A questo punto della nostra storia penso che chi ha avuto in delega il "potere" di prendere decisioni, operare scelte, che siano politici, amministratori, giudici, deve anche scegliere e dimostrare da che parte stare. Se fare il gioco della camorra o se stare dalla parte di chi la combatte ogni giorno con il sudore e la gratuità della propria azione culturale in qualunque modo venga espressa dalle innumerevoli associazioni di scampia e dintorni, come direbbe una persona a me cara. Scegliere se difendere e continuare a offrire un nido alle rondini in una stanza colorata di un centro sociale di periferia o essere complici della sua fine. Ma potrà mai un politico, un uomo di partito, un giudice, un amministratore capire il senso profondo del volo delle rondini? Mi piacerebbe saperlo.


Franco Vicario
post su facebook del 22 marzo 2022
(a proposito de #IlGRIDASNonSiTocca)


La storia delle Rondini al GRIDAS è raccontata in un bellissimo fumetto di Federico Appel sulla rivista ALI junior - estate 2022, che arriva ai soci giovanili della LIPU.


Qui un interessante articolo di LIFEGATE sulle Rondini.